Lidia Ferrua
Fine di dicembre 2017. Dalla scorsa estate non avevo notizie di Lidia, 88 anni, professoressa di matematica all'ITIS di Fossano (Cuneo), schnauzerista da sempre. Quando acquistammo Kurt, il nostro primo schnauzer, ci furono segnalati Lidia e suo fratello Beppe quali appassionati proprietari e conoscitori di schnauzer medi pepe sale qual era il nostro Kurt. Li contattammo e subito ricevemmo la loro visita, con Reagan del Tornese e Igor della Val Chisone, due bellissimi maschi possenti e austeri. Ricevemmo così le prime preziose informazioni sulla razza che avevamo scoperto e che non abbiamo più smesso di amare.
Così ebbe inizio una bella amicizia, fatta di frequentazioni al campo d'aviazione di Levaldigi, dove Beppe era di casa in quanto esperto di volo, anche se purtroppo una malattia lo aveva privato dell'uso degli arti inferiori, e dove con la sorella Lidia scioglieva i due schnauzer in corse sfrenate, che tutti i frequentatori del campo ammiravano. Ricordavano come una leggenda la volta in cui Igor e Reagan, dall'interno del caffé del campo di volo sfondarono la vetrata per inseguire un gatto che correva nel giardino antistante.
Alla morte di Reagan, acquistarono Odino del Prillo e dopo pochi anni, temendo il declino del vecchio Igor aggiunsero un nuovo cucciolo. Noi avevamo deciso di prendere con noi Utrillo del Prillo e Beppe mi accompagnò a ritirarlo al Formello: aveva prenotato un fratellino di cucciolata nata nell'agosto 1988, Usberg, che potete vedere nella istantanea scattata a Torino durante la mostra speciale schnauzer nell'expo internazionale del 1990.
Lidia presentava da sola i suoi cani, sportivamente e orgogliosamente, come facevamo quasi tutti in quegli anni, in cui la figura dello handler professionista era piuttosto rara. Lunghi guinzagli di cuoio, piazzamento del cane spontaneo e senza manipolazioni. Nessuna velleità di vittoria, nessuna pretesa, Lidia era contenta di mettere in mostra i suoi bei cani per metterli a confronto con altri esemplari che lei ammirava con lo stesso interesse e la stessa dedizione che rivolgeva ai propri: puro amore per questa meravigliosa razza. Con questo spirito aderivano allo Schnauzer Club Italiano, al quale rinnovavano con grande puntualità l'iscrizione e le cui informazioni seguivano con attenzione.
Poi Beppe venne a mancare, improvvisamente. Lidia, rimasta sola, continuò ad accudire i suoi schnauzer fino alla fine. Nonostante la fragilità dovuta all'avanzare degli anni, non seppe rinunciare allo schnauzer medio e, dopo la morte di Usberg, prese con sè Falco pellegrino di Bredolo, ma l'irruenza del giovane maschio la costrinse ad accettare i limiti fisici che l'età ormai avanzata le imponeva e, a malincuore, cedette il suo cane a un amico fidato, che lo adottò con amore ricambiato. Lidia, vivendo da sola, si preoccupava della sorte dei suoi cani, al punto di firmare con persone fidate dei patti che assicurassero il benessere dei suoi schnauzer in caso di sua scomparsa o malattia invalidante. Questa sicurezza le permise di non perdersi d'animo e di continuare ad alimentare la sua passione schnauzerista prendendo con sè prima Happy e poi, dopo la morte di questa, Wally, due zwergschnauzer femmine nero argento, affidatele a fine carriera e in età già matura dall'allevamento Scedir. Tutti gli abitanti del centro di Fossano erano abituati a vederla passeggiare con i suoi schnauzer, non poteva privarli di quella caratteristica presenza, a costo di qualunque sacrificio!
Lidia è venuta a mancare il 3 ottobre dello scorso 2017. L'ultimo giorno dell'anno, non trovandola al telefono (ogni tanto ci scambiavamo notizie e impressioni sui nostri cani e sulla razza, anche, ovviamente, per alleggerire la discussione su altri argomenti più impegnativi), ho rintracciato il medico veterinario che da sempre aveva seguito i suoi cani: la signorina Ferrua non c'era più, da ben due mesi. Ma la sua bontà e riconoscenza verso i cani che le hanno sempre fatto compagnia avevano fatto sì che una persona amica e il dottor Aimetta di Fossano prendessero in carico la vecchia cagnina per accudirla e curarla fino alla fine dei suoi giorni. Con questa assicurazione Lidia aveva accettato il proprio ricovero in ospedale, dove pochi giorni dopo si è spenta.
"Chi non ha l'amore di un cane" dicevano Lidia e Beppe "percorre la vita con una marcia in meno".